Il secolo sul fiume

sabato 23 e domenica 24 aprile - ore 21.00
Laboratori ITC Studio
con gli allievi del laboratorio intensivo di recitazione del mercoledì
Chiara Candini, Lorenzo Cavrini, Gian Luca Cotti, Francesca Fergnani, Francesco Gallelli, Giampaolo Liberti, Silvia Lorenzetti, Irene Montanari, Luisa Nifosì, Elisa Pompilio, Gabriella Postiglione, Valentina Romanini
laboratorio e regia a cura di Micaela Casalboni e Giacomo Armaroli
Posto Unico: € 6,00
L’idea di lavorare a partire da quel grande
Per quanto riguarda il nostro saggio, trasporre dal cinema al teatro non è mai facile e lo ancor meno quando si parte da un originale di circa 6 ore. Pertanto, abbiamo deciso di non preoccuparci troppo dei salti cronologici (passano ben 50 anni di storia italiana dall’inizio alla fine del racconto) né di mantenere una perfetta linearità della trama; piuttosto ci siamo concentrati sui grandi temi messi in campo, sulle passioni, i dolori, i cammini di questi meravigliosi personaggi, che sono al contempo le passioni, i dolori, i cammini di un’intera nazione, l’Italia, dall’inizio del secolo scorso fino al secondo dopoguerra: la vita contadina, l’attaccamento alla terra, la povertà e lo sfruttamento; i primi movimenti di protesta; la prima guerra mondiale che svuota i campi di giovani uomini; la nascita e l’ascesa feroce del fascismo.
Il risultato è una galleria di scene evocative, per lo più corali, che mette al centro il lavoro degli allievi, davvero complesso e sempre al massimo dell’energia.
affresco di un secolo, melodramma della pianura padana, coro epico (come è stato da pi ù parti definito) che è Novecento di Bernardo Bertolucci viene da lontano, ovvero da una prima visione del film che cattura per la magia teatrale di certe soluzioni; per l’emozionante vastità e luminosità sia dei luoghi sia delle persone nella prima parte cosiddetta “estiva”, e per l’inquietante profondità e la claustrofobica oscurità dei luoghi e dei personaggi nella seconda parte cosiddetta “invernale”. E ancora, per il coraggio di creare e far agire personaggi popolani e “piccoli”, che al contempo sono anche grandi archetipi; per l’intuizione di muovere grandi cori come se fossero un solo corpo, dal quale, di tanto in tanto, emergono individui speciali, che si fanno portavoce di un intero mondo, di un’intera epoca, per poi immergersi e confondersi nuovamente nel coro da cui provengono.Per quanto riguarda il nostro saggio, trasporre dal cinema al teatro non è mai facile e lo ancor meno quando si parte da un originale di circa 6 ore. Pertanto, abbiamo deciso di non preoccuparci troppo dei salti cronologici (passano ben 50 anni di storia italiana dall’inizio alla fine del racconto) né di mantenere una perfetta linearità della trama; piuttosto ci siamo concentrati sui grandi temi messi in campo, sulle passioni, i dolori, i cammini di questi meravigliosi personaggi, che sono al contempo le passioni, i dolori, i cammini di un’intera nazione, l’Italia, dall’inizio del secolo scorso fino al secondo dopoguerra: la vita contadina, l’attaccamento alla terra, la povertà e lo sfruttamento; i primi movimenti di protesta; la prima guerra mondiale che svuota i campi di giovani uomini; la nascita e l’ascesa feroce del fascismo.
Il risultato è una galleria di scene evocative, per lo più corali, che mette al centro il lavoro degli allievi, davvero complesso e sempre al massimo dell’energia.
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