Pòlemos, nella mitologia greca, era il demone della guerra.
Pòlemos, da cui polemica, conflitto. Guerra, appunto.
Di guerre non fanno altro che parlare vecchi e nuovi media.
Di guerre, di alcune guerre, spesso tacciono vecchi e nuovi media.
Perché anche tra le guerre, ahinoi, pare esserci una gerarchia che le rende più o meno rilevanti, importanti, utili. “Notiziabili” e “instagrammabili”, tanto per usare il gergo orrendo della comunicazione contemporanea.
E, insieme a loro, anche gli esseri viventi che vi sono coinvolti diventano più o meno rilevanti, importanti, utili.
Proprio di guerre parleremo in questi due ultimi saggi dei due gruppi del laboratorio intensivo di recitazione del venerdì, di guerre e di esseri viventi, in particolare di donne, donne che si trovano in contesti bellici apparentemente antichi, ma che diventano specchio e immagine di conflitti contemporanei, e diventano anche simbolo delle guerre quotidiane che le donne si trovano ad affrontare anche quando non vivono in Paesi bombardati: sono le guerre per i diritti mai ottenuti o continuamente rimessi in discussione; per la parità di trattamento salariale nel mondo del lavoro; per la libertà di scelta in merito al proprio corpo; per la libertà dalla violenza, che non è solo la sopraffazione psicologica, economica, fisica e sessuale in ambito familiare o sociale, ma è anche l’incomprensione e l’ingiustizia nelle questure, nei Parlamenti, nei tribunali, e nel Tribunale più violento di tutti: quello dell’Opinione Pubblica.

Donne e guerra.
Due modelli classici sono balzati subito al nostro pensiero, per potenza evocativa ed eversiva: Le Troiane di Euripide e Lisistrata di Aristofane. Una tragedia e una commedia, che abbiamo provato, a modo nostro e con il contributo anche drammaturgico di tutti e due i gruppi di lavoro, a rielaborare proprio per ri-raccontare queste storie così lontane nel tempo, in modo che diventassero a noi più vicine. È così che scene classiche, famosissime e molto rappresentate, si alternano a brani narrati, a rap creati per l’occasione, ad azioni e situazioni teatrali nelle quali tutte, e speriamo anche tutti, ci possiamo riconoscere.
E riconoscendoci, forse, chissà, muoverci, attivarci, resistere, agire.